giovedì 12 aprile 2012

0 PENSIONI: 7 milioni di trattamenti a persone sotto i 65 anni e 75 miliardi di Euro spesi

Titanic Italia 7Gold1 PENSIONI: 7 milioni di trattamenti a persone sotto i 65 anni e 75 miliardi di Euro spesi

L’ISTAT oggi ha comunicato che nel 2010 la spesa complessiva per prestazioni pensionistiche, pari a 258.477 milioni di euro, è aumentata dell’1,9% rispetto all’anno precedente, erogando 23,7 milioni di trattamenti a 16,7 milioni di persone.
Qui alleghiamo i numeri essenziali, che danno un’idea del perche’ l’Italia e’ allo sfascio.

italia PENSIONI: 7 milioni di trattamenti a persone sotto i 65 anni e 75 miliardi di Euro spesi

Per capirsi in Italia si erogano quasi 7 milioni di pensioni a persone con meno di 65 anni, spendendo 75 miliardi: il 5% del PIL nazionale in fumo, erogato in pensioni a cittadini in eta’ lavorativa, un lusso che nessun paese occidentale si permette, in questa entita’.
Altra chicca, sono le 6,1 milioni di pensioni di invalidita’, sociali, di guerra o assistenziali erogate, spendendo 32 miliardi.
Interessanti anche le 4,9 milioni di pensioni di reversibilita’, spendendo 38 miliardi.

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I
l Marchese del Grillo direbbe: Massi’…. massi’….che problema c’e’ a cacciare il 5% del PIL in pensioni a gente in eta’ da lavoro…..tanto mettiamo l’IMU, aumentiamo la Benzina o ci inventiamo qualche altra tassa.

GPG Imperatrice

0 DISOCCUPAZIONE REALE (esclusiva): EUROPA 17,0%, ITALIA 19,8%, MEZZOGIORNO 33,8%

Dal 2011 l’Ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat) ha previsto la diffusione annuale di alcuni indicatori complementari al tasso di disoccupazione, pubblicati dall’Istat per la prima volta il 10 novembre 2011. Gli indicatori sono calcolati sulla base dell’indagine sulle forze di lavoro che ripartisce la popolazione residente in tre gruppi esaustivi e mutualmente esclusivi (occupati, disoccupati, inattivi).
Nel 2011 gli inattivi che non cercano un impiego ma sono disponibili a lavorare sono 2 milioni 897 mila, in aumento del 4,8% (+133 mila unità) rispetto al 2010. Gli inattivi inattivi che non cercano un impiego si sommano ai disoccupati in senso stretto (2 milioni 108 mila nel 2011).
Sempre nel 2011, i sottoccupati part time sono 451 mila unità (+3,9%, pari a 17 mila unità in più rispetto al 2010) e rappresentano l’1,8% del totale delle forze di lavoro. Nell’Unione Europea l’incidenza è pari al 3,6%.

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Gli inattivi disponibili che non cercano lavoro sono in Italia il triplo di quelli europei

In Italia, il valore relativamente più basso del tasso di disoccupazione in confronto alla media dei paesi Ue (l’8,4% contro il 9,6% nel 2011) si affianca a una quota decisamente più elevata della popolazione inattiva più contigua alla disoccupazione: il 12,1% a fronte del 4,6% dell’Ue.
D’altro canto, il numero dei sottoccupati part time italiani rappresenta solo il 5,3% dei circa 8,6 milioni di sottoccupati part time dell’Ue. Di contro, quattro paesi (Francia, Germania, Spagna, Regno Unito) rappresentano da soli oltre il 70% dei sottoccupati part time dell’area. In confronto al 2008 il fenomeno si presenta in crescita (+11,3% in Italia e +15,6% nell’Ue).
Per la Germania vi rimandiamo ad un recente articolo di BLONDET su tema.

 2 DISOCCUPAZIONE REALE (esclusiva per i lettori di RC): EUROPA 17,0%, ITALIA 19,8%, MEZZOGIORNO 33,8%


Dati del Mezzogiorno d’Italia imbarazzanti.
Gli individui che non cercano ma vorrebbero comunque lavorare equivalgono nel Mezzogiorno a circa un quarto delle forze di lavoro, un risultato di oltre sei volte superiore a quello del Nord.

 3 DISOCCUPAZIONE REALE (esclusiva per i lettori di RC): EUROPA 17,0%, ITALIA 19,8%, MEZZOGIORNO 33,8%


Qui trovate i motivi ufficiali che gli inattivi adducono al loro non cercare il lavoro.  

 4 DISOCCUPAZIONE REALE (esclusiva per i lettori di RC): EUROPA 17,0%, ITALIA 19,8%, MEZZOGIORNO 33,8%

Alla ricerca del Tasso di Disoccupazione Reale

Secondo voi, una persona inattiva (non lavora), che non cerca attivamente lavoro nell’ultimissimo periodo, ma che disponibile a lavorare (perche’ scoraggiato o attende esiti di ricerche precedent), cos’e’?  Secondo me e’ un disoccupato.
Secondo voi, una persona inattiva (non lavora), che cerca attivamente lavoro nell’ultimissimo periodo, ma che non e’ disponibile a lavorare, cos’e’?  Secondo me e’ un disoccupato.
Ed infine, un sottoccupato part time, cos’e’? Secondo me e’ generalmente un sussidiato, di fatto un disoccupato.

In base ai dati sopra riportati, andiamo a fare qualche calcolo, per calcolare la disoccupazione reale.
Si badi, che tra l’altro questi calcoli non tengono conto dei “sussidiati full time” (posti di lavoro fasulli, che di fatto sono disoccupati pagati per un posto finto) e dei “cassaintegrati” (fenomeno italiano non del tutto trascurabile).
Altra precisazione: molti diranno che in Italia c’e’ un forte “Lavoro nero” che il calcolo di cui sotto non rileva. Rispondo che e’ vero, ma si badi bene, che dando un’occhio ai dati, ho l’impressione che il grosso dei lavoratori in nero, non si definisca ne’ occupato, ne’ sottoccupato, ne’ inattivo disponibile a lavorare. Credo che si definiscano generalmente inattivi e basta (e cio’m’e’ confernato dal fatto, che il tasso di occupati+sottoccupati+inattivi disponibili rispetto alla popolazione totale tra I 15 e 64 anni nel nostro mezzogiorno, e’ comunque nettamente inferior a quello del centro nord e del resto d’Europa, segnale che conferma l’impressione di cui sopra)

5 650x289 DISOCCUPAZIONE REALE (esclusiva per i lettori di RC): EUROPA 17,0%, ITALIA 19,8%, MEZZOGIORNO 33,8%

In conclusione l’Europa ha un Tasso reale di disoccupazione nel 2011 del 17%, e l’Italia del 19,8%.
L’Italia del Nord, col suo 11,8% ha parametri simili alla Germania che sta al 12,9%.
L’Italia Centrale sta sul 16%, come Francia ed UK.
Il Mezzogiorno sta sul 34%, un po’ peggio della Spagna che sta sul 31%.

Benvenuti nel mondo reale.

GPG Imperatrice

0 TASSO DI OCCUPAZIONE: CAPIRE IL DISASTRO. Campania Versus Emilia Romagna.

Sono di recente usciti dati ISTAT sull’occupazione 2011.  Li ho elaborati, resi accessibili graficamente.
Ho confrontato, accanto ai dati dell’Italia, quelli dell’Emilia Romagna e quelli della Campania. Ho evidenziato uno spaccato della popolazione tra i 15 ed i 64 anni, con il tasso di occupazione, quello di disoccupazione e quello di inattivita’.
Qui sotto i risultati.

bandiera italiana TASSO DI OCCUPAZIONE: CAPIRE IL DISASTRO. Campania Versus Emilia Romagna.

I dati dell’Emilia Romagna (e di altre regioni limitrofe) sono del tutto analoghi a quelli delle zone piu’ produttive d’Europa (a partire dalla Germania).
I dati della Campania non hanno alcun riscontro in nessuna parte d’Europa a livello di tasso d’occupazione; per capirsi, paesi come la Grecia, Portogallo o ogni altro paese dell’Europa povera, medidionale o orientale, ha tassi di occupazione superiori, e tassi di inattivita’ nettamente inferiori. Ho cercato qualche paese in giro per il mondo, e devo dire, che per trovare paesi con disastri occupazionali che si avvicinano a quello Campano, ho dovuto faticare e non poco (poche nazioni di paesi Arabi o dell’Africa nera estremamente retrivi col lavoro femminile); ovviamente, i lettori piu’ severi faranno obiezioni sul fatto che l’abnorme inattivita’ Campana nasconde eserciti di lavoratori in nero, il che e’ vero, anche se, rispondo io,  il lavoro nero esiste anche nel resto del globo.
Comunque, vale la pena meditare su questi dati, che fotografano nella stessa nazione 2 realta’ economiche che presentano differenze occupazionali semplicemente inimmaginabili.
La Grande Germania non digerisce la piccola Grecia, ma il Centro-Nord Italia da decenni s’accoppia con l’area piu’ disastrata d’Europa (sia dal punto di vista del Tasso di occupazione, che del Saldo Commerciale Regionale dove alcune regioni meridionali viaggiano con deficit del 25% sul PIL, che non hanno uguali in nessun paese del mondo, che a livello di Deficit Pubblico Regionalizzato, dove anche qui alcune regioni italiane presentano deficit tra il 20% ed il 30% del PIL, il doppio della Grecia quando trucco’ i conti).

GPG Imperatrice.
 

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