sabato 12 maggio 2012

0 Verso la Barcarotta – EUROSTAT: l’Italia ha il primato Europeo del CARICO FISCALE su LAVORO e CAPITALI


Vi allego questa TABELLA EUROSTAT uscita oggi, pubblicata nel silenzio generale.
Hanno calcolato le ALIQUOTE IMPLICITE DI CARICO FISCALE SU: LAVORO, CONSUMI, CAPITALI ED INVESTIMENTI


slide Copy 32 Verso la Barcarotta   EUROSTAT: lItalia ha il primato Europeo del CARICO FISCALE su LAVORO e CAPITALI


Definizioni
 Implicit tax rates (ITR) sono le Aliquote implicite e misurano il carico fiscale medio su diversi tipi di reddito o di attività economica, cioè sul lavoro, consumo e capitale. ITR entrate fiscali aggregati espressi in percentuale della base imponibile potenziale per ogni campo.
L’ITR sul lavoro è il rapporto tra imposte e contributi sociali pagati sui redditi da lavoro e il costo del lavoro. Il numeratore include tutte le tasse dirette e indirette e dei contributi sociali riscossi per reddito da lavoro dipendente, mentre gli importi a denominatore la retribuzione totale dei dipendenti che lavorano nel territorio economico aumentato di tasse sui costi salariali e del libro paga. Si calcola per il lavoro impiegato solo (così escludendo l’onere fiscale che cade su trasferimenti sociali, comprese le pensioni). La media può nascondere importanti variazioni della pressione fiscale attraverso la distribuzione del reddito.
L’ITR sui consumi è il rapporto fra le entrate dalle imposte sui consumi e la spesa per consumi finali delle famiglie sul territorio economico.
L’ITR sul capitale comprende, al numeratore, le imposte prelevate sul reddito da risparmio e investimenti da parte delle famiglie e delle società e delle imposte relative agli stock di capitale derivanti dai risparmi e gli investimenti in periodi precedenti. Il denominatore della ITR capitale è una proxy del reddito mondiale del capitale e degli affari di residenti negli Stati membri ai fini fiscali nazionali.

In sintesi:
L’Italia ha un carico fiscale sul Lavoro del 42,6%, ben il 9,2% in piu’ della media Europea, e la situazione e’ peggiorata negli ultimi 10 anni (quando era il 6,0% in piu’). L’Italia e’ il paese della UE col maggior carico fiscale sul lavoro!
L’Italia ha un carico fiscale sui Consumi del 16,8%, ben il 4,5% in meno della media Europea (e’ evidente che l’elevata evasione incida sul dato)
L’Italia ha un carico fiscale sui Capitali ed Investimenti (di imprese e societa’) del 34,9%, ben l’11,6% in piu’ della media Europea, contrariamente a quanto si pensi, e la situazione e’ peggiorata negli ultimi 10 anni (quando era il 4.6% in piu’). L’Italia e’ tra i paesi col maggior carico fiscale sui Capitali ed Investimenti per famiglie ed Imprese (contrariamente a quanto sostengono alcuni benpensanti).

CONCLUSIONE:
TRA IL 2000 ED IL 2010, I DATI DICONO CHE IN EUROPA (E NEI NOSTRI PRINCIPALI PAESI COMPETITORI) LA TASSAZIONE S’E’ RIDOTTA, IN PARTICOLARE SUL LAVORO E SUI CAPITALI ED INVESTIMENTI. 
NELLO STESSO PERIODO, IN CONTROTENDENZA, IN ITALIA LA TASSAZIONE E’ AUMENTATA, IN PARTICOLARE SUL LAVORO E SUI CAPITALI ED INVESTIMENTI.  NON A CASO ANDIAMO SEMPRE PEGGIO!


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0 USCIRE DALL’EURO? DATI PER RAGIONARCI SOPRA (prima comunque di farci ragionare… stamperanno!)

Si fa un gran parlare di EURO, e di salvezza della Moneta unica.
Tutti guardiamo con ansia l’evoluzione della crisi e la speranza complessiva e’ che alla fine si metta una toppa, e che la Germania garantisca per I debiti dei PIIGS e salvi l’Euro.
Ma a noi conviene? ce lo siamo mai chiesti?
Proviamo a dare una risposta a cio’, partendo da dati.

COS’HA  COMPORTATO L’EURO?
Allego una sequenza di slides che ho eleborato, con brevi commenti annessi. Datevi una risposta conclusiva da voi su chi abbia beneficiato dell’EURO e chi ne e’ stato penalizzato.

PRODUZIONE INDUSTRIALE

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INFLAZIONE

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COSTO DEL LAVORO E PRODUTTIVITA’

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EXPORT

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SALDO COMMERCIALE E BILANCIA DEI PAGAMENTI



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DISOCCUPAZIONE

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QUALCHE RIFLESSIONE SUL TEMA

FOCUS SULLA GERMANIA E SULLA SUA PERFORMANCE

Una combinazione di fattori ha portato i sindacati tedeschi ad accettare aumenti salariali modesti durante il 2000-2008. Molto morbida la crescita economica e l’aumento della disoccupazione nel periodo 2000-2005 ha sollevato timori di licenziamenti di lavoro. Il primo ministro Schroeder con “Agenda 2010″ riformo’ le reti di sicurezza per i disoccupati, incoraggiando le persone ad accettare posti di lavoro inferiore a pagamento. L’inflazione è stata bassa, con una media di circa 1,5% nel 2000-2008 (persistente al di sotto della media della zona euro di circa 2,25%).
In queste circostanze, i sindacati tedeschi hanno lavorato a stretto contatto con i leader di governo e di business accettando aumenti salariali modesti in cambio di sicurezza del lavoro. Questi fattori di miglioramento della competitività internazionale della Germania ha costruito le fondamenta per la sua sovraperformance economica. La crescita trainata dalle esportazioni ha sostenuto un numero crescente di posti di lavoro che ora sono sani alimentando la crescita della domanda interna e dei salari reali.



FOCUS SULLE ALTRE NAZIONI
Allo stato attuale, la perdita di competitività in molti paesi della zona euro, aggiunge un ostacolo complicato e difficile da rimuovere. L’austerità fiscale è necessaria, ma non è un sostituto per il ripristino di un certo grado di competitività. Il sostegno finanziario da parte della BCE e altre istituzioni governative sono prestiti ponte provvisori che non risolvono I problemi.

Diversi commenti sulla spinta di austerità fiscale sono appropriati.
• In primo luogo, i livelli di spesa e tasse nei paesi dell’Unione europea sono già molto elevati, danneggiando la crescita potenziale.
In Francia e in Italia, la spesa delle amministrazioni pubbliche supera il 50% del PIL, ma è altrettanto elevata in Grecia e Portogallo. Aumentare le tasse ulteriormente danneggiando la performance economica, in presenza di ampie spese inefficient, e’ semplicemente folle, e causa tracolli economici. L’Austerità fiscale deve venire da tagli alla spesa. I tagli di spesa, specie a quella improduttiva, non sarebbero così dannosi per la performance economica come l’aumento delle tasse.
• In secondo luogo, la stragrande maggioranza della spesa pubblica è per pensioni di vecchiaia, assistenzialismo, sostegno al reddito, ecc, mentre ben poco è assegnata agli investimenti orientati ad attività.
Ciò genera disoccupazione. La bassa spesa per investimenti vincola la capacità produttiva. Mentre è noto che per una politica di austerità fiscale è necessario fare delle pensioni meno generose ed inique e tagli feroci a becero assistenzialismo, la riallocazione delle risorse nazionali verso le attività che aumentano la capacità produttiva è necessaria per migliorare la performance economica, l’occupazione ed I salari reali nel corso del tempo.
Nazioni cui ha eroso la competitività devono aumentare la produttività o ridurre i salari reali rispetto agli standard internazionali, non si scappa da cio’.


Pero’ molte nazioni europee sono entrati recessione (anche a causa di manovre economiche piene di tasse). L’Implementazione di austerità di bilancio, insieme con gli effetti vincolanti della riduzione della leva finanziaria e la più stretta disponibilità di credito, limiterà la domanda interna e le nazioni non competitive avranno difficoltà a generare un aumento delle esportazioni. Alcuni (come la Grecia) soffrono molto bassi investimenti diretti esteri. Aumentare la produttività del lavoro che aumenta la competitività del lavoro sarà difficile da raggiungere in questo ambiente di domanda di prodotti debole.
Le implicazioni di questo ragionamento sono evidenti.


Per le nazioni della zona euro che non possono svalutare le loro monete, e hanno un limitato potenziale per aumentare la produttività, c’è solo un modo per ristabilire la competitività: politiche deflazionistiche e riduzioni dei salari reali.
Potenti sindacati, sia pubblici che privati, sI oppongono fortemente a tagli salariali. Ritardi di regolazione danneggiano la performance economica e le finanze pubbliche. Alla fine, i lavoratori in Italia e altrove, dovranno rendersi conto che elevati rendimenti passati al lavoro non sono sostenibili.




CONCLUSIONI

La mancata attuazione di quanto sopra evidenziato (riforme, riduzione salari, controllo inflazione, taglio spese) non potra’ che prolungare la sottoperformance economica e delle finanze nei vari paesi europei (Germania esclusa).  Durante questo periodo di transizione in cui le nazioni incorreranno nella sgradevole medicina dell’austerità (dopo anni di vivere al di là delle loro possibilità) un supporto finanziario temporaneo sarà necessario.

La BCE continuerà a tassi sempre più bassi, proseguira’ con l’acquisto di obbligazioni sovrane delle nazioni della zona euro in difficoltà, ed a fornire liquidità alle istituzioni finanziarie per facilitare il loro deleveraging e di ricapitalizzazione. Essa può impegnarsi in un programma di quantitative easing. La  Germania (e le nazioni sopra-performanti) procederanno alla fin fine a sovvenzionare le nazioni più deboli.

In ultima analisi, la zona euro dovra’ muoversi concretamente verso un’unione fiscale che fornira’ un meccanismo alternativo di regolazione, con un maggiore coordinamento normativo.
Ci sono, tuttavia, i limiti alle risorse che le nazioni benestanti saranno disposte a trasferire alle nazioni in difficoltà, in particolare senza garanzia delle necessarie riforme economiche. In definitiva, la riforma da raggiungere è nelle mani delle singole nazioni. La mia impressione è maggior parte delle nazioni europee finiranno per compiere passi significativi che li muovono verso percorsi sostenibili, ma sarà una strada accidentata.


Inoltre, le varie nazioni, stanno perdendo tantissimo tempo, e cio’ aggrava terribilmente il problema ed i costi della soluzione.

Ovviamente esiste un punto di non ritorno, oltre il quale, le future mosse che dovrebbero essere prese (in ordine: QE, Eurobond, Disciplica fiscal commune, unione politica europea reale), diventeranno inutili, perche’ il costo complessivo diventerebbe eccedente ai benefici dell’implementazione dell’azione (che quindi avra’ solo effetti temporanei).


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0 KITEGEN: un progetto italiano di produzione di elettricita’ di grossa potenzialita’, ostacolato in tutti i modi dal sistema Italia


In questo post vi presentiamo Il KiteGen, un progetto italiano per la produzione di energia elettrica sfruttando i venti di alta quota. Il progetto prevede due filoni principali di sviluppo: il KiteGen Stem (centrale eolica a singolo acquilone) ed il KiteGen Carousel (centrale eolica ad asse verticale, azionata da molti kites contemporaneamente) per grosse potenze d’energia.
L’idea e’ usare il vento di alta quota, che ha quindi la caratteristica di essere quasi sempre presente (6-7.000 ore all’anno) ed è molto forte (15 m/s ovvero 2 kW/m ), mentre quello a livello del terreno è forte solo in pochi siti e per circa 1700-1800 ore all’anno; il vento che si pensa di sfruttare è quello she spira fra 800 e 1500 metri di quota, con velocità medie di 7 m/s e potenza specifica di 200 W/m ; per esempio una sezione di vento larga 1000 metri e con una altitudine tra i 1000 ed i 1200 metri ha una potenza pari a quella di una media centrale nucleare (gigawatt). Un kitegen i cui profili alari spazzolino tale sezione di vento è quindi alternativo ad una centrale termoelettrica o nucleare di medie dimensioni. In sintesi si eliminerebbe il problema della discontinuita’ della fonte eolica e si potrebbero produrre generatori non di 2-5 MW, ma di centinaia di MW, anche in zone a bassa ventosita’ (in quota il vento c’e’ sempre).

Storia del Progetto: 1.000 ostacoli hanno rallentato il progetto
L’idea del Kite Wind Generator è dell’industriale italia Massimo Ippolito che osservando i kitesurfer noto’ la grande quantità di energia che i kite erano in grado di raccogliere e ha pensato che un sistema analogo avrebbe potuto produrre energia elettrica. Nonostante oggi si tratti probabilmente del più promettente dei progetti di generazione di energia pulita, all’inizio l’idea sembrava così azzardata che lo stesso Ippolito la accantonò per alcuni anni, pur rendendosi conto delle enormi potenzialità dell’invenzione.

kitesurf KITEGEN: un progetto italiano di produzione di elettricita di grossa potenzialita, ostacolato in tutti i modi dal sistema Italia

Ad agosto 2006 è stato sperimentato un primo prototipo di KiteGen dal nome Mobilegen, che ha le caratteristiche di essere mobile perché montato su un camion e di raggiungere quote limitate, in quanto il kite genera energia col vento di superficie.
Un generatore mobile di seconda generazione è stato sperimentato a settembre 2007 nell’aeroporto F. Cappa di Casale Monferrato: l’unità chiamata KSU1 ha utilizzato un profilo alare di potenza che è stato fatto volare all’altezza di 800 metri con controlli automatici. Le sperimentazioni sono durate tre giorni e hanno richiesto particolari permessi all’aviazione civile e militare.
A dicembre 2010 è stato realizzato lo Stem a Sommariva Perno (CN), il primo prototipo statico del kitegen. La potenza prevista per quest’impianto è di 3 Mw. il progetto ha subito alcuni ritardi: i lavori sono stati iniziati a Berzano San Pietro con l’assenso della giunta comunale ma un piccolo gruppo di persone si sono opposte al progetto portando all’abbandono dei lavori. Quindi si è scelta la località di Sommariva Perno.
 kitegen3 650x329 KITEGEN: un progetto italiano di produzione di elettricita di grossa potenzialita, ostacolato in tutti i modi dal sistema Italia

Caratteristiche tecniche del Progetto
Il progetto KiteGen presenta innumerevoli innovazioni e sfide tecnologiche che potrebbero generare nuove attività industriali (spin off in gergo); molti di queste meriterebbero di essere sostenute indipendentemente dalla funzione che svolgeranno nell’ambito del progetto. Il KiteGen mira a sfruttare i venti di alta quota attraverso vele/aquiloni/profili alari opportunamente vincolati e comandati da terra: una soluzione che, sebbene non introduce alcuna novità scientifica, necessita l’impiego di tecnologie e ritrovati che si pongono alla frontiera nel campo della ricerca applicata. Il progetto non gode di un adeguato sostegno, né da parte della grande industria, né da parte degli enti governativi.

kitegen4 650x487 KITEGEN: un progetto italiano di produzione di elettricita di grossa potenzialita, ostacolato in tutti i modi dal sistema Italia

Supercondensatori, nuovi cavi, nuovi profili alari, sensori e tecniche di controllo sono fra le tecnologie più importanti applicate al KiteGen:
- Il KiteGen non sarebbe concepibile senza la disponibilità di cavi in polimeri  che  sono  più leggeri (circa la densità dell’acqua)  dei cavi in acciaio e circa dieci volte più resistenti a parità di sezione; questi cavi trovano sempre maggiori applicazioni, così come è avvenuto per la fibra di carbonio nella realizzazioni delle parti strutturali dei velivoli, ma anche nel settore del trasporto terrestre.  Comunque i limiti di impiego di questi cavi devono essere studiati ed esplorati, soprattutto per quanto concerne le adeguate protezioni e limiti di impiego riguardo all’usura.
- Il controllo è indubbiamente la parte più importante, più difficile e più ambiziosa del progetto, soprattutto nella fase riguardante il decollo del kite, perché in questa fase il kite ha una corsa limitata nello spazio, inoltre  la sua velocità è minima o nulla. Ci si trova nella stessa situazione di chi va in bicicletta, dove l’equilibrio in partenza è precario e difficile da controllare. Il comando del kite viene effettuato principalmente azionando i cavi in modo differenziale, ma si prevede comunque di potenziare le manovre, soprattutto a bassa velocità, con due turbinette alle estremità dell’aquilone che forniscono un momento imbardante (che può essere assimilato alla funzione del piano verticale di coda degli aerei, che però è efficiente alle alte velocità. In effetti per migliorare la manovrabilità degli aerei di recente ci sono proposte per orientare la spinta del getto, con ugelli mobili). Il “motore” del controllo è lo stesso generatore, la cui azione deve essere modulata adeguatamente, sia come controllo passivo (aumentando o diminuendo il carico) sia come controllo attivo agendo in modo differenziale sui cavi. Il controllo con estrema precisione e rapidità effettuata con motori molto potenti, nell’ordine delle centinaia di kW, sono operazioni particolarmente impegnative dal punto di vista tecnologico.
- Fino a pochi anni fa la capacità dei condensatori difficilmente arrivava al Farad, mentre oggi sono già in commercio, a prezzi accessibili, condensatori con una capacità di oltre il migliaio di Farad. L’incredibile aumento di capacità consente di concepire il supercondensatore come buffer di energia, con diversi scopi nell’ambito del progetto KiteGen: per livellare l’erogazione dell’energia alla rete in quanto il KiteGen Stem singolo funziona alternativamente, con una fase attiva e una più breve passiva; e per fornire appunto l’energia necessaria al riavvolgimento dei cavi nella fase passiva. Fuori dall’ambito del KiteGen la tecnologia dei supercondensatori ha trovato applicazione come sistema di assistenza e recupero energetico e nel concetto di K-Bus a ricarica veloce (biberonaggio) L’elettonica di potenza per gestire l’uscita dei generatori ad alta frequenza con operazioni di raddrizzamento e successivamente di conversione in alternata adeguata alla rete è un ulteriore importante impegno tecnologico.
-Il Kite, l’aquilone, la vela, o il  profilo alare fin’ora utilizzati per i test sono stati reperiti sul mercato, che li produce per attività sportive e già anche per applicazioni industriali come SkySail. Sono realizzati con tessuti sintetici ad alta resistenza. Il loro rapporto portanza/resistenza non è molto alto: non si riesce ancora ad arrivare a un valore di 10, mentre gli alianti, che utilizzano ali rigide, presentano efficienze fino a 50. Una maggiore efficienza consente, a parità di potenza erogata, di ridurre la superficie del kite, quindi di migliorare la controllabilità del kite e di ridurre la sua sensibilità alle raffiche. L’ala rigida però non consente la manovra di scivolata d’ala o di messa in bandiera, per potere riportare l’aquilone a bassa quota e ricominciare il ciclo di produzione. La soluzione che ora viene studiata è l’ala bimodale, rigida in corda per ottenere un’alta efficienza, e flessibile in apertura per permettere le manovre di recupero. L’ala bimodale (con sezioni o cassonetti in carbonio uniti da elastomeri)  è in fase di progetto, e un adeguato supporto esterno da parte di laboratori con gallerie del vento sarebbe benvenuto.
- Come per gli aerei anche per il progetto KiteGen c’è la necessità di monitorare istantaneamente gli assetti (angoli e posizioni) le velocità e le accelerazioni. Nel caso del kite però non ci si può servire delle costose e pesanti piattaforme inerziali (i giroscopi) comunemente usate per gli aeromobili, ma ci si deve servire di sensori leggeri, poco ingombranti e con basso assorbimento di potenza elettrica. Attualmente questa sensoristica, cosiddetta strap down, è costituita da accelerometri, girometri e magnetometri. I loro segnali devono essere opportunamente combinati con sosfisticate tecniche matematiche, che in parte erano già presenti nel sensore SeTAC precedentemente sviluppato.

 kitegen5 650x520 KITEGEN: un progetto italiano di produzione di elettricita di grossa potenzialita, ostacolato in tutti i modi dal sistema Italia


Lo sfogo di Ippoliti: Le Istituzioni, dove sono?
(riporto quanto scritto di recente dall’ideatore del progetto Kitegen)
Dopo questa indispensabile critica del lavoro proveniente dal Max Plank Institute, finalmente si condividono gli elementi per affermare, senza apparire esagerati, che dalla sola Italia, grazie alla sua posizione trasversale ai grandi flussi pseudo geostrofici, si potrebbe facilmente estrarre 1 TW continuo di potenza, ovvero oltre 8000 TWh di energia annui. I quali, trasformati prosaicamente in denaro, equivarrebbero ad una produzione netta di ricchezza puramente endogena stimabile in 800 miliardi di euro l’anno…. Roba da far impallidire tutte le inique manovre finanziarie che i governanti ci stanno imponendo.
Qualche decina di grandi macchine eoliche o kitegen farms, distribuite da Nord a Sud, farebbero tutto il lavoro senza preoccupazioni di intermittenza, e a forse nemmeno un decimo del costo che avrebbe avuto il nostro nucleare.
Il fatto di scrivere e dimostrare percorsi progettuali credibili ci ha procurato la promessa (ma solo quella) di finanziamenti pubblici per un totale complessivo di 78 milioni. Abbiamo partecipato ai bandi per la ricerca e l’innovazione, e le commissioni si sono sempre entusiasmate del progetto; al punto che molti valutatori tecnici e strategici si sono sentiti in dovere di complimentarsi personalmente col sottoscritto. Mi ricordo di Zorzoli, Clini, Silvestrini, Degli Espinosa, Pistorio… Poi, regolarmente, i fondi sono stati bloccati e i responsabili trombati; oppure la pratica è finita in mano a burocrati lunari. Degli Espinosa e in particolare Pistorio all’epoca di “Industria2015” si erano convinti saggiamente, che almeno un KiteGen, realizzato su scala industriale, bisognasse assolutamente vederlo.
Consumare copiosamente energia da fonte rinnovabile è l’unico ed inedito motore primario e credibile per l’economia del futuro, ma sembra che un sentimento di impotenza e nichilismo imperino e che chi potrebbe darci una mano preferisca vedere il collasso.

kitegen6 KITEGEN: un progetto italiano di produzione di elettricita di grossa potenzialita, ostacolato in tutti i modi dal sistema Italia 


Considerazioni di GPG Imperatrice
Sono persona appassionata di Energia. Personalmente non sono neanche allineata alle posizioni degli ambientalisti. Ho sempre reputato l’Italia come un esempio totalmente negativo ed irrazionale dal punto di vista delle scelte energetiche. L’abbandono del nucleare, l’uso limitato del carbone, l’uso massivo di olio combustibile prima e gas poi, la recente sbornia fotovoltaica, I comitati ambientalisti che protestano contro ogni investimento energetic e fanno Danni secondi solo all’elefantiaca burocrazia nostrana, sono sintomi dell’incapacita’ di questo paese di avere una visione strategica, e questi fallimenti decennali li paghiamo con costi delle bollette del 30-40% superiori ai nostril competitors.
Fatta tale premessa, da anni seguo con attenzione questo progetto del Kitegen, e sono stupefatta per la lentezza con cui esso procede. L’idea e’ a mio avviso valida: poi il fatto che funzioni (e costi realmente l’80-90% meno del carbone o del nucleare) e’ tutta da dimostrare. Detto questo, ogni innovazione, ha una component di rischio. Le potenzialita’ teoriche del progetto sono enormi. L’Italia in quasi un decennio ha ostacolato il progetto de facto in ogni modo possibile. C’e il rischio di un fallimento? Ma certo che c’e’; pero’ chi non risica non rosica. La tecnologia c’e’, I materiali pure, ovviamente e’ necessaria una forte sperimentazione (immagino essenzialmente per tarare I sistemi di controllo, che credo siano piuttosto complessi). Di fatto l’idea e’ di mettere una ruota, collegando all’estremita’ un certo numero di acquiloni: mentre alcuni producono tirati dal vento (cambiando posizione), altri devono essere tirati per tornare in una posizione di ripartenza. In sintesi, cosuccia complessa e da testare.
Una nazione che pero’ rinuncia completamente all’innovazione ed a testare idee (e questa non mi pare un’idea farlocca) e’ una nazione che non ha capacita’ startegica, ne’ visione e speranza nel futuro

kitegen7 KITEGEN: un progetto italiano di produzione di elettricita di grossa potenzialita, ostacolato in tutti i modi dal sistema Italia

Qui il LINK al sito KITEGEN

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0 A chi conviene l’EURO ? Solo alla Germania ! (e non e’ un piagnisteo).

Allego i dati della Produzione Industriale usciti da Eurostat a Marzo.  Qui le variazioni rispetto ad 1 anno fa:

slide Copy 3 A chi conviene lEURO ?    Solo alla Germania ! (e non e un piagnisteo).

Qui le variazioni rispetto al 2005 (desumibili dal fatto che nel 2005 la produzione era pari a 100 in ogni pese):

slide Copy 4 A chi conviene lEURO ?    Solo alla Germania ! (e non e un piagnisteo).

Dal 2005 ad oggi, la Germania ha aumentato la Produzione industriale del 12%, mentre la media di PIGS e Francia l’hanno ridotta specularmente (-14% in media).
Dati del tutto identici per la Bilancia commerciale e per la Bilancia dei pagamenti: i guadagni della Germania sono speculari alle perdite di PIGS e Francia.
Questo fenomeno, prima dell’introduzione dell’Euro semplicemente non esisteva (le economie meno forti, di tanto in tanto svalutavano e tornavano competitive).
Nei primi anni 2000, la Germania era “il grande malato d’Europa” (pochi lo ricordano, ma era cosi’, ed aveva andamenti del PIL asfittici, perfino peggiori in alcuni anni alla disastrata Italia).

1) Perche’ la Germania si rafforza economicamente e gli altri paesi Europei (con l’eccezzione del retroterra tedesco, l’Est Europa, area di delocalizzazione privileggiata del made in Germany) specularmente si indeboliscono?
Semplice: perche’ c’e’ l’EURO.
L’economia tedesca e’ favorita dall’Euro, una moneta tutto sommato abbastanza forte (anche oggi che sta in cattive acque, e’ a 1,29 su dollaro, contro 1,17 alla nascita), ma non troppo (diciamo non come il Marco). L’esatto opposto vale per tutti gli altri, chi piu’, chi meno (tanto il paese e’ piu’ debole, tanto piu’ l’Euro causa tracolli produttivi e dei conti esteri, e di conseguenza indebolimento economico).
L’economia tedesca, che in questi anni s’e’ rafforzata anche grazie a riforme e ristrutturazioni, si basa su imprese manifatturiere medio-grandi, innovative, che riescono ad avere processi di razionalizzazione e contenimento costi migliori rispetto ai competitors del resto d’Europa. L’Italia (ma anche gli altri PIGS e la Francia) non hanno fatto riforme ed hanno sistemi politici piu’ ingessati e burocratizzati; le imprese di questi paesi, generalmente sono di dimensione inferiore, meno propese all’export, spesso familiari, meno propense alla ricerca ed all’innovazione.

2) Se rimarra’ l’Euro, la Germania si rafforzera’ ulteriormente ai danni di Italia, Francia, Spagna, etc?
SI, senza alcun dubbio. Onestamente, anche se in Italia, Francia e Spagna vi fossero governi efficienti, questa tendenza non potrebbe essere invertita per vari anni (ogni decisione di riforma e ristrutturazione ha comunque effetti sul medio e lungo termine)
 Per tornare ad essere competitive, le imprese Italiane, Francesi, Spagnole, etc., dovrebbero compire “una fortissima ristrutturazione”, passando dal modello attuale (piccole, familiari, iper-tassate, poco innovative, etc) a quello tedesco (grandi, aiutate dal sistema paese, de-tassate, innovative, etc). Ho un po’ semplificato il discorso (anche perche’ ciascuno di questi paesi ha delle peculiarita’), ma la sintesi e’ questa.
Ovviamente, anche se al governo di Italia, Francia, Spagna, etc. arrivasse il Padre Eterno, tale trasformazione non sarebbe possibile, se non in 2, 3 o 4 lustri di lavoro efficiente. Tra l’altro tale trasformazione potrebbe avvenire, solo se in queste nazioni  ci fosse una profonda ristrutturazione (facendo dimagrire lo Stato e rendendo la PA piu’ efficiente), che tra l’altro non si vede all’orizzonte.

3) Quindi, cosa sta accadendo?
Che la Germania si arricchisce a spese di tutti gli altri paesi Europei, incapaci di reagire (riforme) e di prendere contromisure (essendo nell’Euro non possono svalutare e riacquistare conpetitivita’). Quanto visto nel 2005-2012, lo vedremo anche negli anni a venire.
Il fenomeno e’ epocale: e’ come se in Italia tra il 2005-2012 avessero chiuso i battenti TUTTE le imprese del Centro Italia, e si fossero trasferite in blocco in Germania.
Il processo, negli anni diventa sempre piu’ intenso, e si auto-alimenta. I dati sono palesi. Tra 5 anni, di fatto, i PIIGS saranno semi-deindustrializzati e la Germania avra’ maggior forza per competere nel mondo.
Ovviamente questo processo non porta solo a trasferire Produzione o export, ma anche PIL, occupazione, capitali, etc

4) Cosa conviene fare all’Italia (ed agli altri PIGS)?
Uscire dall’EURO quanto prima, e parallelamente fare riforme per “ristrutturare” il paese e l’apparato produttivo. Il tempo e’ prezioso.
Ogni anno nell’EURO ci “costa” la sparizione della produzione industriale di una regione tipo la Liguria (trasferita de facto in Germania o altrove). In pochi altri anni il gioco sara’ fatto e saremmo definitivamente fregati.
Ribadisco che l’uscita dall’Euro va fatta in parallelo a forti riforme, se no abbiamo un po’ di respiro, ma poi non andiamo troppo in la’. Comunque, piu’ rimandiamo l’uscita dall’Euro, piu’ sara’ difficile riprendersi dopo.


PS: non esiste alcun STELLONE che puo’ salvarci. L’Italia ha solo 2 punti di forza economici: industria manifatturiera e risparmi privato. La prima e’ in tracollo (a causa dell’Euro, ed in parte a causa della miopia delle classi dirigenti), e la seconda sta iniziando a sua volta a calare (l’indebolimento economico causato dalla perdita di produzione, ma anche dalle mancate riforme, insieme alla follia di tasse a livello stronomico, stanno ammazzando pure il risparmio). Piu’ aspettiamo, piu’ deterioriamo sia le IMPRESE, sia il RISPARMIO. Sotto un certo livello, non ci sara’ svalutazione che tenga: non avremo piu’ massa critica per riprenderci.


GPG Imperatrice
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0 VERSO LA BANCAROTTA: C’e’ un BUCO di 20-25 miliardi nei conti pubblici; nuova MANOVRA all’orizzonte

Le entrate dello Stato vanno malissimo: mancano all’appello oltre 4 miliardi rispetto al DEF approvato appena il 18 aprile.

La conferma è arrivata dal rapporto sulle entrate tributarie pubblicato dal Ministero dell’Economia. I primi 3 mesi del 2012 si sono chiusi con un minor gettito rispetto alle previsioni contenute nel DEF, il Documento di economia e finanza, di 4,26 miliardi di euro (3.978 milioni per l’esattezza, il 4,5% in meno rispetto a quanto previsto per le Entrate tributarie, e 285 milioni in meno per le entrate contributive). Il gettito tributrio complessivo dei primi tre mesi dell’anno, è stato di 89,38 miliardi di euro contro i 93,36 miliardi preventivati dal Def (approvato dal governo, va ricordato, solo il 18 aprile scorso), quello contributivo è stato di 55,41 miliardi di euro contro i 55,70 miliardi preventivati dal Def. Rispetto al primo trimestre del 2011 le entrate tributarie sono aumentate appena dello 0,7%.

 euro zero Copy 18 650x571 VERSO LA BANCAROTTA: Ce un BUCO di 20 25 miliardi nei conti pubblici; nuova MANOVRA allorizzonte


Marzo allucinante: un drammatico meno 6,2% rispetto al marzo del 2011.
Il maggior crollo, rispetto alle previsioni, è stato fatto segnare dall’Iva, che ha fatto mancare ben 1,8 miliardi di euro (-8,6%) rispetto a quanto messo a budget con il Documento di economia e finanza. Male, sempre rispetto alle previsioni, anche il gettito sugli oli minerali (leggasi accise sulla benzina). Lo Stato ha incassato 4,9 miliardi contro i circa 5,3 preventivati (-8%). Anche la lotta all’evasione segna il passo.
In sintesi il tracollo dei consumi, causati dall’iper-tassazione di Monti, sta facendo crollare le stesse entrate tributarie e contributive, specie le imposte sui consumi. Qui sotto la tabella dei vari indicatori economici elaborata da RC che vi mostra il progressivo cedimento di tutti gli indicatori economici.

 012 650x634 VERSO LA BANCAROTTA: Ce un BUCO di 20 25 miliardi nei conti pubblici; nuova MANOVRA allorizzonte

La Commissione Europea stima il deficit 2012 al 2,0% contro l’1,5% target del governo.

Per il 2012, pure la Commissione europea s’e’ accorta che qualcosa nella manovra di Monti non funziona e prevede che il rapporto deficit/pil dell’Italia si riduca al 2%, mentre e’ previsto un picco del debito pubblico al 123,5%, dovuto anche alle quote di partecipazione dell’Italia ai firewall anticrisi. In sintesi 8 miliardi di Buco.
 Peccato che la Commissione Europea aveva dato queste stime prima di vedere i dati di Marzo della Ragioneria generale dello Stato.

 Il DEF cannato alla grande: possibile che il governo sbagliA di 4 miliardi le stime fatte appena 3 settimane fa?.

Sotto allego la tabella con le stime di entrate e spese contenute nel Def approvato dal governo, va ricordato, solo il 18 aprile scorso. La stima del deficit 2012 era gia’ stata incrementata all’1,7%. 
Date un’occhio alle Entrate Tributarie: il governo stima un mirabolante +9%, mentre nel primo trimestre siamo ad un misero +0,7%.  R I D I C O L I ! !

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 RISCHIO CALCOLATO prova a fare i conti della serva: un BUCO nelle ENTRATE del 2012 di 20-25 miliardi.

Sul fronte delle Entrate Contributive nel DEF si stima una crescita dell’1,7%, ma nel primo trimestre la crescita e’ stata solo dello 0,8% ed a Marzo nulla. Appare evidente che a fine anno su questo fronte vi sara’ un BUCO tra i 2 ed i 3 miliardi di euro.
Assai peggiore la situazione sul fronte delle Entrate tributarie: il governo stima un maggiore incasso sul 2011 di ben 41 miliardi, pari al 9% in piu’. Il primo trimestre s’e’ chiuso con un modesto +0,7%, e Marzo con un apocalittico -6%. Facendo qualche proiezione, ed immaginando che il trend tributario non segua il dato di Marzo, ma quello dell’intero trimestre (il che potrebbe risultare ottimistico), ed aggiungendo gli ammontari previsti per alcune “poste” che non incidono sul primo trimestre (l’IMU che pesa 11 miliardi addizionali ed i rimborsi IVA posticipati da Dicembre 2011 a meta’ 2012 per 3 miliardi) si avrebbe una stima di maggiori entrate nel 2012 sul 2011 pari ad appena 15-19 miliardi. Aggiungiamo i 4 miliardi di IVA previsti per il passaggio dal 21% al 23% che il governo vorrebbe evitare con la Spending Review; risultato? Vi sara’ comunque un BUCO nelle Entrate Tributarie tra i 18 ed i 22 miliardi di euro.


Come si spiegano allora i dati del Fabbisogno che segnalavano a Gen-Apr. un miglioramento di ben 9 miliardi?

Semplice: circa 8 miliardi sono stati ottenuti con un artificio contabile: il fabbisogno e’ migliorato grazie al beneficio del versamento presso la Tesoreria statale della prima tranche delle risorse detenute presso il sistema bancario dagli enti in regime di Tesoreria Unica “pura” (previsto dal cosiddetto decreto liberalizzazioni). Tradotto: ad aiutare i conti dello Stato sono stati gli enti pubblici, dai Comuni alle Regioni. Ovviamente il beneficio non e’ permanente e gli 8 miliardi dovranno essere restituiti nel corso del 2012. In sintesi il fabbisogno reale nel primo quadrimestre 2012 dovrebbe essere in linea con quello del 2011.


Conclusioni: cosa ci aspetta?

Un BUCO da 20-25 Miliardi nel 2012
Nella realta’, sperando che la situazione non degeneri ulteriormente, dovrebbe esserci un BUCO di 20-25 miliardi, e quindi l’indebitamento tendenziale reale, a meno di qualche altro artificio, viaggia nel 2012 tra i 47 ed i 52 miliardi, tra il 2,9% ed il 3,3% del PIL, contro il 3,9% del 2011, e contro l’1,5% promesso da Monti (corretto nel recente DEF ad 1,7%). Tali conti includono gia’ il passaggio dell’IVA dal 21% al 23%.

L’Europa, Germania ed FMI chiederanno una nuova pesante manovra.
L’Europa, Germania ed FMI (ed i mercati) verosimilmente alzeranno il tiro a meta’ anno, quando il “trucco” sara’ palese. Gia’ ora la Commissione Europea s’e’ accorta che qualcosa non va ed hanno alzato la stima del deficit al 2,0% (8 miliardi di buco rispetto a quanto previsto a Dicembre).
La richiesta (o meglio l’ordine) sara’ certamente di una manovra correttiva per 10-15 miliardi sul 2012, e parecchio di piu’ sul 2013.

Cosa fara’ verosimilmente il governo Monti?
Il governo, pressato dall’Europa, e di fronte all’ennesimo attacco sugli spread, agira’ in emergenza. E’ verosimile aspettarsi quanto segue:
-          Verra’ confermato il passaggio dell’IVA del 21% al 23% e forse verranno ritoccate benzina e tabacchi (uno sport su cui il governo Monti ha una certa familiarita’)
-          Non verranno adottate misure di tagli di tasse ad imprese e famiglie, ne’ verranno rimborsati i pagamenti ritardati della PA
-          Si adotteranno tagli semi-lineari per qualche miliardo (purtroppo temo che alla fine si colpiranno essenzialmente gli investimenti)
-          Si agira’ sulla scorta dell’emergenza ancora una volta sulle tasse; le misure piu’ verosimili sono quelle che prevedono ritocchi agli estimi dell’ICI, o magari le aliquote IRPEF piu’ elevate o con un’imposta semi-patrimoniale; verosimile anche un’azione di sfoltimento sulle agevolazioni IRPEF (che tradotto vuol dire un aumento di tasse ulteriore)

Cosa potrebbe accadere dopo l’estate?
-          L’economia e’ verosimile che si avvitera’ ulteriormente
-          La popolarita’ del governo crollera’, ed i partiti che lo sostengono entreranno in fibrillazione
-          La situazione dei rendimenti dei BTP potrebbe peggiorare.

Continueremo a seguire la questione da vicino. Da molto vicino.

GPG Imperatrice
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0 GERMANIA ED EUROPA: RACCONTIAMOCI TUTTA LA VERITA’,… TUTTA.

Sul sito di RISCHIO CALCOLATO si sono confrontati molteplici articoli sul tema GERMANIA, intrecciandola di volta in volta con altre tematiche: L’EUROPA, L”EURO, LA CRISI DEGLI STATI, I VALORI, LE POLITICHE DEGLI STATI, etc.
La Realta’ e’ che la GERMANIA dopo decenni di gigantismo economico e nanismo politico, e’ tornata PROTAGONISTA POLITICA in Europa, un continente in forte declino, ma comunque sempre rilevante sulla scena mondiale. Tutti, critici ed ammiratori della Germania, riconoscono alla stessa la LEADERSHIP de facto continentale, e tutti si volgono ad essa, per capirne le mosse, che sono determinanti per il Continente, quale pagatore di ultima istanza.

cartina germania GERMANIA ED EUROPA: RACCONTIAMOCI TUTTA LA VERITA,... TUTTA.

Desidero nel presente post evidenziare i pregevoli articoli e riproporverli, sintomo di ricchezza di idee e pensieri che animano gli autori di questo sito, e vi invito a rileggerli (cliccate sui titoli per aprirli):

 SEKKHIONI: LA CRISI DELL’EUROPA ED IL RUOLO DELLA GERMANIA di GPG Imperatrice
La Germania non ha “massa critica” per competere nel medio e lungo periodo su scala mondiale, in un mercato globalizzato. Semplicemente la poderosa industria ed organizzazione tedesca, possono avere un futuro se allargano il loro retroterra all’intera Europa.
….In sintesi, strategicamente, la Germania, senza l’Europa, e’ destinata a “campare” (certamente meglio degli “intoccabili” PIIGS), ma non ad avere un futuro da “sekkhiona”, da player mondiale
….ritengo che sarebbe un dovere ed un’interesse della Germania (politici e cittadini) tentare di “costruire” una speranza comune, dando “prospettive” che si abbinino alla severita’: tale progetto non puo’ che passare dal rispetto reciproco, dal coinvolgimento di tutti come pari, sia esso in un contesto di Unione Politica reale dell’Europa, sia esso in un contesto di paesi sovrani partners confederati. Germania se ci sei batti un colpo!


 La Germania ha Ragione. Facciamola finita con le Cazzate. di Funny King
 La Germania (i tedeschi), vuole essenzialmente 4 cose:
1) Che vengano puniti i politici che hanno portato al dissesto una nazione europea oggetto di aiuti (attraverso la perdita del consenso)
2) Che vengano puniti i cittadini che li hanno eletti.
3) Che gli Stati oggetto di aiuti (tedeschi) applichino la stessa disciplina di bilancio che ha funzionato in Germania 
4) Che venga punito chi ha investito in un paese in dissesto (haircut)
Dopo essere riusciti nell’impresa titanica di assorbire la ex-DDR in meno di 20 anni (qualcuno provi a fare qualche analogia con l’Italia, pleaze) i tedeschi sono riusciti a mantenere basso il rapporto fra il costo del lavoro e la produttività tanto da trovarsi oggi in pieno BOOOM in certi settori chiave come quello dell’automobile. Non so voi, ma io provo una certa invidia. Dunque la Germnania ha ragione, ha sempre avuto ragione.


Germania, professore sessantottino  di Johnny88
IO CE L’HO CON I POLITICI TEDESCHI PERCHE’ QUANDO DOVEVANO ESSERE INTRANSIGENTI SONO STATI TROPPO INDULGENTI FINENDO PER METTERE A REPENTAGLIO IL LORO STESSO PAESE CON LA LORO INDULGENZA VERSO I PAESI OGGI IN CRISI.
LA GERMANIA, CHE NON HA FATTO ENTRARE I PAESI MEDITERRANEI NELL’EURO PER BENFICIENZA E MAGNANIMITA’ NON RACCONTIAMOCI BARZELLETTE PER PIACERE, HA DATO IL “6 POLITICO” AI SUOI ALUNNI DISCOLI ORA PERO’ E’ TEMPO D’ESAMI E I COMMISSARI ESTERNI QUEST’ANNO NON AVRANNO PIETA’ PER GLI ALLIEVI DISCOLI E MEN CHE MENO L’AVRANNO PER L’EDUCATORE CHE NON HA ADEMPIUTO AL SUO RUOLO QUAND’ERA IN TEMPO PER EVITARE IL DISASTRO. 


Io sto con la Germania, tutta la vita   di Funny King

Mi lascia senza fiato la stupidità di chi indica con il ditino la cattiva Germania e non si accorge che quanto ci è stato imposto è niente di meno che nel sacrosanto interesse dei cittadini italiani prima che per i tedeschi o per i francesi.
Ma che razza di Europa è questa? Molto meglio sarebbe se ci avessero permesso di continuare a spendere e ingrossare il nostro debito pubblico all’infinito anche sulle loro spalle.


Il “miracolo” tedesco: nascondere i senza-lavoro  di Maurizio Blondet
 Che dire? La competitività tedesca ha il suo segreto in quel 20 per cento di sotto-salariati; il miracolo germanico si regge su un gigantesco dumping sociale. E’ questo il modello che ci  viene proposto ad esempio: la cinesizzazione della forza-lavoro a basso livello di qualificazione. 


Debito pubblico tedesco: adesso tutti vedono i trucchi   di Ciaula
Per quanto riguarda la Germania, sottolinea Raffelhuschen, ha il debito pubblico maggiore in Europa: 2080 miliardi, secondo Eurostat, pari all’83,2% del prodotto interno lordo.  Per di più, sottolinea Libero, Angela Merkel “predica l’austerità agli europei, ma la Finanziaria 2012 prevede un aumento del deficit da 20 a 26 miliardi”. Andando a sommare a questi dati le passività della KFW di cui vi ho già parlato, ed includendo anche la parte di spesa pubblica derivante da pensioni e servizi sociali (che secondo le fonti citate da Libero non vengono inglobate nel dato ufficiale) il debito pubblico tedesco schizzerebbe alla iperbolica percentuale del 197% del Pil.

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Per quanto mi riguarda credo di aver gia’ detto tutto nell’articolo Sekkhioni: la crisi dell’Europa ed il ruolo della Germania sopra citato. Credo nel medesimo articolo di aver detto chiaramente quanto stimo la Germania ed il Popolo tedesco, e di aver sottolineato il ruolo essenziale della Germania nel passato e nel presente dell’Europa e del mondo. Al tempo stesso ho provato a far capire che la Germania, contrariamente a quanto si pensi e’ incamminata nel lungo termine ad avere un ruolo mondiale nettamente piu’ modesto, e che si deve incamminare verso scelte che comunque impatteranno sul futuro della declinante Europa.
Vi rammento che la Germania 100 anni fa aveva 80 milioni di abitanti, il 5,0% della popolazione mondiale. Oggi ne ha 82 milioni, l’1,2% della popolazione planetaria, ed in Germania nascono 650.000 bambini, meno dello 0,5% dei bambini nati nel mondo. Ma dove pensate che vada un paese che ha queste tendenze e questi numeri alle spalle?  Di pari passo al calo della natalita’, segue il calo di peso demografico, di popolazione lavorativa, di PIL in % mondiale e di peso economico. Da queste cose non si scappa.
Di seguito allego una serie di grafici.

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D4 650x299 GERMANIA ED EUROPA: RACCONTIAMOCI TUTTA LA VERITA,... TUTTA.

D5 GERMANIA ED EUROPA: RACCONTIAMOCI TUTTA LA VERITA,... TUTTA.


Ma secondo voi, un paese con questi numeri e queste tendenze ha un futuro con un ruolo da primo della classe?   Io non credo proprio.
Credo che per la Germania sia arrivato il momento di “prendere decisioni strategiche di grande respiro”: oggi e’ ancora nelle condizioni di farlo. Ovviamente, sarebbe il caso che anche paesi come il nostro inizino aprendere decisioni strategiche di lungo periodo (ovviamente nel nostro piccolo)
GPG Imperatrice



Articoli di GPG Imperatrice di Politica Internazionale che potrebbero interessare (cliccate sui titoli per aprirli):
 When the world’s crashing down
 Analisi delle cause del Debito Pubblico e della Crisi Italiana, ed i Rimedi necessari (non procastinabili).
 Debiti Pubblici (Italia, Francia, Germania): Casse Depositi e Prestiti e tardati pagamenti della PA – Welcome in UE
http://www.rischiocalcolato.it/2012/04/disoccupazione-reale-esclusiva-per-i-lettori-di-rc-europa-170-italia-198-mezzogiorno-338.html
http://www.rischiocalcolato.it/2012/02/debito-pubblico-i-paesi-aaa-o-quasi-messi-peggio-dellitalia.html
http://www.rischiocalcolato.it/2011/07/semplice-crisi-finanziaria-o-terza-guerra-mondiale.html
http://www.rischiocalcolato.it/2011/06/anno-2060-ritorno-al-futuro-previsione-sulle-tendenze-e-cambiamenti-geopolitici-mondiali.html

0 Manovre di Monti e di GPG: i primi 365 giorni a confronto

Dedico questo post ad un utente del Blog, Mario B., che mi ha ispirata, per cui lo saluto con cordialita’. Rispondendo oggi ad altro post fatto da altro autore ha detto testualemente “Questo capita purtroppo quando si è poveri di pensiero….. E ora si adegua alla povertà di pensiero di questo blog che cerca facile consenso”.  
Buona Lettura

ghigliottina Manovre di Monti e di Rischio Calcolato: i primi 365 giorni a confronto


Principali provvedimenti sui primi 12 mesi della Manovra Governo Monti (provvedimenti cumultati a quelli delle manovre Tremonti)

Punti cardine:
La Manovra di Monti prevede I seguenti risultati nel 2012 (rispetto al 2011):
-          Maggiori  entrate per ben 43 miliardi (15 mld di maggiori imposte dirette, 18 mld di maggiori imposte indirette e 10 mld di maggiori entrate da contributi, trasferimenti da famiglie e imprese, ed entrate in conto capitale)
-          Maggiori Spese per 7 miliardi (con crescita delle spese per interessi di 9 miliardi e per pensioni per 7 miliardi; stabili per spese per acquisti di beni e servizi e quelle per il personale della PA; in calo solo la spesa per investimenti ed I contribute agli investimenti)
-          La manovra di Monti (e del predecessore) si basa nel 2012 per l’82% su tasse (e solo il 18% su tagli, sostanzialmente rivolti alla spesa maggiormente produttiva, quella per investimenti) e prevede sul 2012 una pressione fiscal e contributive complessiva del 47,8%

Provvedimenti principali della Manovra di Monti (e Tremonti) sul 2012:
  • aumento feroce tassazione sulla casa (super-IMU),
  • aumento feroce tassazione su benzina-carburanti-energia,
  • aumento IVA (prima dal 20 al 21% e poi al 23%),
  • aumento tassazione diretta su lavoratori e pensionati attraverso l’inasprimento delle addizionali IRPEF,
  • aumenti vari tassazioni sui risparmi e conti, tasse sugli scudati, tasse e gabelle varie (tasse lusso, etc).

Risultati principali della Manovra di Monti (e Tremonti) sul 2012:
 -          La Manovra di Monti prevede un debito Pubblico che nel 2012 passera’ al 123% (dal 120% del 2011),
-          non tocca seriamente le spese (se non le pensioni nel lungo periodo),
-          crea inflazione
-          fa crollare il PIL (quest’anno ben che vada -1,5%, ma forse peggio), la produzione e fa decollare CIGs e Disoccupazione
-          non tocca il parassitismo, ed impoverisce drasticamente tutte le classi sociali.
-          Nessuna dismissione
-          Nessuna riduzione dei tempi biblici di pagamento della PA

Impatti nel 2012 su una famiglia media:
-          Maggiori tasse per 1.650 euro,
-          Inflazione che ad Aprile e’ al 3,3%, con impatto sui generi acquistati con maggior frequenza del 4,7%, contro aumento lordo retribuzioni attualmente sotto l’1,5%; cio’ equivale ad un impoverimento reale del 3%, equivalente a 1.200 euro (da sommare ai 1.650 euro di cui sopra)
-           Svalutazione del 10-20% dell’abitazione dove vive la famiglia, equivalente a 20-40.000 euro per famiglia
-          Il debito pubblico aumentera’ comunque nel 2012 di 60 miliardi, pari a 2.500 euro a famiglia

Ora, dopo un Disastro epocale, si sono decisi a parlare di 4 miliardi di tagli per scongiurare l’ulteriore aumento IVA previsto a Settembre: avete capito bene, 4 miliardi, su una spesa pubblica prevista nel 2012 per 806 miliardi.     R I D I C O L I ! ! ! !


Principali provvedimenti sui primi 12 mesi della Manovra prevista da Rischio Calcolato

Punti cardine:
La Manovra prevista da Rischio Calcolato prevede nei primi 12 mesi:
-          Minore Tasse rispetto a quanto previsto da Monti per 50 miliardi: gia’ nel primo anno, verrebbero eliminate alcuni provvedimenti assurdi presi da Monti e Tremonti (incrementi IVA e su beni energetici, introduzione IMU sulla prima casa), verrebbe ridotta del 25% l’IRAP, si introdurrebbe il Reddito Familiare per le famiglie con almeno 2 figli, verrebbero cancellate le odiose addizionali regionali e comunali sul reddito, e verrebbero eliminate una miriade di micro-tasse assurde. 50 miliardi di riduzione del carico fiscale, indirizzate a tutti gli italiani, a partire da chi produce (imprese e lavoratori), dai ceti medi e bassi (I piu’ massacrati dai provvedimenti su Benzina, Gasolio, IVA ed addizionali) e dale famiglie con figli (che da decennia sono letteralmente bistrattate in Italia)
-          Riduzione delle Spese per 67 miliardi (con riduzione di 10 miliardi legata al personale della PA ed ai costi della politica, di 15 miliardi legati alla previdenza, 7 miliardi alla minor spesa per acquisti di beni e servizi e consume intermedi, di 6 miliardi alla spesa per interessi, e per 34 miliardi sui contributi ed aiuti alla produzione, in parte eliminate ed in parte trasformati in crediti di imposta; crescerebbero di contro di 4 miliardi le spese connesse agli investimenti)
-          Rischio Calcolato prevede immediatamente provvedimenti per 130-150 miliardi da indirizzare al 40% per normalizzare I pagamenti della PA, ed al 60% alla riduzione del debito pubblico. I provvedimenti sarebbero svariati (dismissione immobile PA, cessione crediti, accordo con la Svizzera)

Provvedimenti principali della Manovra di Rischio Calcolato nel primo anno:
  • Taglio deciso a costi della politica ed agli acquisti di beni e servizi : eliminazione province, eliminazione enti, emininazione vitalizi, eliminiazione contributi pubblici a partiti e giornalacci di partito, accorpamento comuni, sforbiciata a spese Quirinale, taglio del 65% dei parlamentari, taglio complessivo del  75% di coloro che campano sulla politica, taglio da 30.000 a 3.000 dei centri di Spesa nel paese
  • Taglio deciso alle Spese per il personale della PA, con riduzione nel primo anno di 160.000 dipendenti, a partire dai dirigenti e dal personale politico ed improduttivo; congelamento dei salari e trasferimenti obbligatori (per personale di basso -medio livello), licenziamenti e rinegoziazione salari (per personale di medio-alto livello);
  • Provvedimenti addizionali sulle Pensioni rispetto a quelli decisi dalla Fornero: ricontrollo di tutte le pensioni di invalidita’ ed assistenziali, congelamento assegni medi ed alti il cui calcolo “contributivo” diverge significativamente da quello “retributivo”, eliminazione vitalizi ed altre pensioni di valore assurdo che verrebbero rinegoziate, pasaggio immediate al “contributivo” per ogni pensione
  • Interventi su contributi ed aiuti alla produzione, in parte eliminati ed in parte trasformati in crediti di imposta
  • Eliminazione di ogni spesa che non possiamo permetterci (rientro immediate militari all’estero, eliminazione aiuti esteri non sostenibili, etc)
  • Eliminate alcune tasse assurde introdotte da Monti e Tremonti (incrementi IVA e su beni energetici, introduzione IMU sulla prima casa)
  • Riduzione il primo anno del 25% l’IRAP
  • Introduzione del Reddito Familiare per le famiglie con almeno 2 figli,
  • Cancellazione delle odiose addizionali regionali e comunali sul reddito
  • Eliminazione di una miriade di micro-tasse assurde

Risultati principali della Manovra di Rischio Calcolato il primo anno:
-          Debito Pubblico in riduzione
-          Cresce il potere d’acquisto delle famiglie
-          I pagamenti della PA passano da 180 a 75 giorni
-          Cresce PIL e produzione
-          Cresce la disoccupazione tra I “parassiti” e crolla tra la gente comune

Impatti nel 2012 su una famiglia media:
-          Minori  tasse per 2.000 euro, e riacquisto potere d’acquisto

Oggi il Sole 24 Ore scrive tramite Dino Pesole: “Nel mare della spesa pubblica c’è una «massa aggredibile» di 295,1 miliardi. Di tale mole di risorse si può «rivedere» nel breve periodo una quota pari al 25%, che equivale a circa 80 miliardi”. 
Secondo noi sono aggredibili tutti gli 800 miliardi, e se ne possono ottenere 200 miliardi di riduzione, di cui 67 gia’ il primo anno.
Qui le nostre proposte in Dettaglio (cliccate per aprire il programma)
GPG Imperatrice

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PS: 9 mesi fa iniziammo con post di dettaglio e proposta dicendo che il problema e’ la Spesa Pubblica e facendo proposte precise a proposito. Nessuno diceva niente di niente, e si parlava solo di tasse, di patrimoniali e di politiche del genere. Da 2 o 3 mesi piano piano altri stanno battendo sugli stessi argomenti (es. Oscar Giannino) . Di recente si stanno folgorando sulla via di Damasco nell’ordine: Giampaolino (Corte dei Conti), Sole 24 ore (Industriali), Mercati, Unione Europea, PDL, PD, LEGA e…. perfino il governo, che dopo 5 mesi parla di Spending Review. Ovviamente nessuno ha fatto una proposta complessiva di riduzione della Spesa Pubblica, a parte i poveri di pensiero del presente sito.
 

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